Tu sei qui
No ai tagli al Centro per le pari opportunità
Non c’è altro termine, se non sdegno, per rappresentare come Presidente del Centro per le pari
opportunità della Regione Umbria - ma anche certa di poter interpretare la voce delle tante donne
impegnate quotidianamente, nelle istituzioni e nel mondo dell’associazionismo, nella prevenzione
e nel contrasto della violenza di genere - il sentimento di fronte alla notizia dell’accoglimento,
nella Prima Commissione Consiliare, dell’emendamento che, di fatto, riduce a briciole i fondi
previsti per il disegno di legge sulle politiche di genere.
A pochi giorni dal 25 Novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le
donne, tra le numerose iniziative che celebrano questa ricorrenza, paradossalmente si verifica a
Palazzo Cesaroni un episodio che, da un lato, non esito a definire un attacco frontale al lavoro e
all’impegno di tutte coloro che, da anni, operano per combattere il fenomeno della violenza
contro le donne in Umbria, dall’altro vanifica quell’ambizioso obiettivo di fondare una nuova
etica della cittadinanza - che il Disegno di legge si prefigge - attraverso un ripensamento del
rapporto tra i generi, basato sul valore della differenza e libertà femminile.
Il CPO aveva già , a suo tempo, espresso forte rammarico per la mancata approvazione,nella scorsa
legislatura, del Disegno di legge sulle politiche di genere - frutto, anche esso, di un lungo percorso
di confronto e partecipazione che ha coinvolto istituzioni, organismi di parità, parti sociali,
associazioni di donne, enti locali, mondo della scuola e dell’università.
Il rinvio della legge prima e questa ultima decisione da parte della Prima Commissione Consiliare
poi, ci invitano a prendere atto dell’atteggiamento a dir poco superficiale, da parte di una politica
marcata da una quasi esclusiva presenza maschile, su questioni che toccano da vicino non solo la
vita delle donne, ma dell’intera società.
Auspico fortemente che, in sede di lavori d’aula per l’approvazione definitiva dell’assestamento di
bilancio, si ponga rimedio a questo che non può non essere considerato, da un lato, un ostacolo
alle opportunità che il disegno di legge sulle politiche di genere potrebbe offrire alla nostra regione
per la costruzione di una nuova civiltà di relazioni e di nuove forme di rapporti tra uomini e donne
non marcate da stereotipi e violenza; dall’altro, un affondo alla già faticosa sopravvivenza di
servizi di fondamentale importanza per combattere il fenomeno della violenza di genere, che già
operano attivamente nella rete antiviolenza nella nostra regione e che necessiterebbero, di
contro, della garanzia di un sostegno continuo da parte delle istituzioni.
È infatti solo grazie all’ esperienza sul campo di tutti questi soggetti - che oggi, finalmente,
costituiscono le fondamenta di quel Sistema regionale antiviolenza, che il CPO persegue come
obiettivo fin dalla sua nascita- che si radicano il sapere e il metodo che permettono a tante altre
donne di ritrovare autonomia e libertà e di salvarsi la vita.
*Presidente del Centro per le pari opportunità