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Ripercorrere la strada inversa

di STEFANO VINTI*
29/12/2020 - 14:38

L’Italia è un Paese impoverito, dove aumentano in modo esponenziale le diseguaglianze, con un ceto politico improvvisato e una classe imprenditoriale, generalmente, predatrice e priva del senso di solidarietà e di comunità.

Il sistema sanitario nazionale, in questi ultimi trenta anni di liberismo, è stato gravemente e costantemente indebolito, indipendentemente dal tipo di coalizione politica al governo, sono state sottratte una imponente quantità di risorse, tagliato il personale, assottigliato il reticolo della medicina territoriale, e messo, quindi, nelle condizioni di non reggere l’aumento della pressione della pandemia.

La scuola pubblica che ha subito tagli miliardari, il taglio degli insegnanti, che continua a lavorare in strutture fatiscenti e con tecnologie inadeguate, in classi pollaio, è oggi in grave difficoltà.

I trasporti pubblici locali sono ridotti al lumicino, tagliati di continuo sono ormai lontani anni luce dalla capacità di rispondere al diritto alla mobilità dei cittadini, dei lavoratori e degli studenti.

La sicurezza sanitaria nei luoghi di lavoro, in particolare nelle fabbriche è stata piegata letteralmente alla egemonia del profitto, tanto che il virus ha potuto espandersi tra i lavoratori, specialmente nel lombardo-veneto, con grande facilità e con conseguenze pesanti e drammatiche.

Un Paese cosi, i cui servizi pubblici sono stati indeboliti da trenta anni di tagli, di privatizzazioni, di precarizzazione del lavoro, di politiche di austerità a favore del grande capitale multinazionale e finanziario, non poteva reggere adeguatamente all’epidemia.

Ora occorre ripercorrere la strada inversa, con nuove politiche contrassegnate da massicci investimenti sui servizi pubblici, sui beni comuni, su un nuovo ruolo dello Stato, anche imprenditore e innovatore, ma garante dei diritti sociali dei lavoratori. E per reperire le risorse necessarie per questi investimenti si deve ricorrere ad una patrimoniale a carico dei miliardari e dei milionari.

*Associazione culturale UmbriaLeft