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I numeri delle pensioni e il latinorum di Boeri

di ROBERTA FANTOZZI
12/08/2020 - 09:28

Così Roberta fantozzi in un recente post su Facebook:
"Chiedo scusa se mi attardo con Boeri, ma era un post che volevo scrivere da tempo, ed ancor di più dopo le dichiarazioni sul blocco dei licenziamenti. Poi fa caldo e capita di perder la battuta. Però credo che serva comunque, anche perché tenderei ad escludere che l’uomo da qui in avanti si taccia.
Dunque Boeri negli anni passati è stato uno dei più tenaci avversari di ogni ipotesi di superamento della legge Fornero, ogni volta dichiarando che si sarebbero aperte le cateratte del cielo, che i costi per il sistema sarebbero stati insostenibili e così via.
Non lo ha fatto ovviamente né come singolo cittadino né come un qualsiasi commentatore politico, ma con tutta l’autorevolezza che gli derivava dall’essere Presidente dell’Inps, dal conoscere dunque (chi meglio di lui?) la situazione, numeri, conti, simulazioni.
Mi è capitato spesso in questi anni di polemizzare su quei numeri.. portandone altri ovviamente, il più possibile di fonte istituzionale (fossero gli attuari dell’INPS o la Ragioneria Generale dello Stato, o singoli esperti del sistema previdenziale) da cui non era difficile capire come ci fosse una strategia costante, per dimostrare che no, non si poteva fare, manipolando gli stessi numeri, usando termini criptici… tutto il repertorio del latinorum di Don Abbondio, insomma.
Ed ecco, non vorrei che fosse sfuggita una notizia, relativa in particolare ai costi di quota 100. Se la sopravvalutazione dei costi è stata evidente da subito ed al centro dell’intervento di correzione del bilancio del luglio scorso di Tria, i dati più recenti basati sulle domande al 6 giugno 2020, hanno consentito un’ulteriore affinamento. La Fondazione Di Vittorio e la CGIL nel rapporto dell’Osservatorio Previdenza di un paio di settimane fa
( content/uploads/2020/07/Analisi-dei-costi-decreto-4_22luglio2020-PDF.pdf ) quantificano i costi sia di Quota 100 che del blocco dell’indicizzazione alla speranza di vita delle pensioni anticipate. Per il 2019 sono ovviamente dati consolidati, per gli anni successivi previsioni fatte sulla base del dato aggiornato delle domande e degli andamenti complessivi registrati.
Il costo di quota 100 in tutti i settori va dall’1,75 miliardi del 2019 ai 5,3 miliardi del 2021.
Il costo del blocco dell’indicizzazione alla c.d. speranza di vita va invece dai 727 milioni del 2019 ai 700 milioni del 2021. I due provvedimenti assieme sono costati dunque 2,4 miliardi nel 2019 e 6 miliardi nel 2021.
Ora cosa aveva affermato Boeri in audizione presso la Commissione Lavoro della Camera nell’ottobre 2018? Che le due misure «costano 8,5 miliardi il primo anno per arrivare nel giro di tre anni a 16 miliardi» (Il Sole 24 ore, 11 ottobre 2018).
La stima di Boeri in sostanza era maggiore di quel che si è verificato di 6,1 miliardi per il 2019 e di 10 miliardi per il 2021. E se nel caso del 2019 la differenza dipende certamente anche dalla decorrenza posticipata della misura, non è così per la stima al terzo anno!
E non lo so perché ci ho messo tutto questo zelo, ma il latinorum è insopportabile e forse in un paese civile, uno che le ha cannate così, prima di mettersi a pontificare sul blocco dei licenziamenti, dovrebbe rispondere di quello che ha detto e fatto, nel ruolo che aveva.
P.s. Quota 100 va superata perché non risolve la situazioni per chi ha carriere lavorative discontinue e precarie, a partire dalle donne e dai giovani. In avanti non tornando indietro! Ma questa è un’altra discussione".