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Un coordinamento dei precari dei Call Center in Umbria

Marta Melelli*
14/09/2015 - 15:31

L’iniziativa che si è tenuta martedì 8 settembre dal titolo “Dietro la cuffia, le voci della precarietà” presso la sede della Cgil di Perugia, ha visto una importante partecipazione e un intenso dibattito. Hanno portato la loro testimonianza lavoratrici appartenenti a eterogenee condizioni di precarietà nel mondo dei call center e provenienti da diversi territori umbri. Le situazioni di queste lavoratrici e lavoratori rimane allarmante, sottoposte a ricatti, rispetto a cui la Regione dell’Umbria non può più far finta di nulla. Certo è che la drammaticità ha dimensione nazionale, acuita ancor più dal Jobs Act, il quale di fatto cancella diritti e tutele fondamentali. In questo contesto, sarà necessario non solo costruire un coordinamento regionale ad hoc tra le categorie Cgil, ma soprattutto mettere in campo pratiche di organizzazione dei lavoratori ed altre iniziative pubbliche, per non far cedere nel vuoto le richieste di tanti lavoratori umbri. La frammentazione delle tipologie di lavoro e delle tutele contrattuali non può e non deve essere un ostacolo invalicabile; d’altra parte i sindacato nasce, oltre un secolo fa, proprio con l’obbiettivo di unire chi diviso era più ricattabile. Proprio per questo occorre ripensare a nuove forme di mutualismo, che favoriscano anche l’autoorganizzazione dal basso delle lavorartici e dei lavoratori: pratiche di solidarietà attiva che attingendo alle migliori tradizioni della storia del sindacalismo sappiano restituire il senso di appartenenza ad una classe.

*Direttivo nazionale CGIL