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La piazza milanese e l'inizio dell'opposizione

di MATTEO PRENCIPE
01/10/2018 - 21:47

Una bella piazza. E' una piazza resistente e questo è un bene. Un segnale forte e chiaro al governo fascio-5stelle. Poco importa che i media nazionali, che incominciano a sentire "odore di regime", vi abbiano dedicato una semplice comparsata. E' una piazza dove il tessuto unitario è con tutta evidenza: l'avversione al governo Lega-M5S, l'antirazzismo, l'antifascismo, la difesa della Costituzione, la difesa dei diritti civili della persona, la tutela dell'ambiente. Tutto questo è un bene e pure molto. La piazza è tiepida sui diritti sociali? Sulla necessità di chiudere la stagione del JobAct, la Fornero, le politiche di privatizzazione dei beni fondamentali? E' tiepida sulla "stagione liberista" e le sue responsabilità? Io non credo, anzi credo che ci sia un ampio senso critico in quella piazza. Penso che quella piazza sia avanti ed abbia già fatto o stia per fare, i conti con la stagione del centro-sinistra e la sinistra neo-liberale di governo. Gli scroscianti applausi alla parlamentare europea, che ricordava le responsabilità dello sfruttamento delle multinazionali e delle banche e di chi ha taciuto ne è un segnale. Credo però, che il ceto politico e associativo, che ha animato/diretto la piazza, (non me ne vogliano..) sia comprensibilmente ma anche terribilmente legato ad una stagione politica "defunta". Da qui il "mood" e "timidezza" sulle questioni sociali. E' un errore, perchè questa volta non basterà "essere contro Salvini", per ricreare "unità", difesa della democrazia e sopratutto consenso. Basta fare una capatina nei quartieri popolari e si capisce il perchè. E' bene saperlo. La questione sociale, sappiamo che a sinistra è divisiva, ma è anche l'unica che può ricreare, di fronte allo sfracello della socialdemocrazia neo-liberale la riscossa vera. Corbin insegna. E' questione di tempo e maturazione politica. C'è bisogno di un'opposizione di massa che rimetta al centro i DIRITTI SOCIALI, salario, pensioni, casa, dignità e futuro e li connetta con la salvaguardia dei diritti delle persone. I proletari delle periferie, i lavoratori, hanno bisogno di ritornare protagonisti. Abbiamo voluto noi comunisti nella piazza gremita ricordare il monito di Pertini "..La Libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame". Teniamolo a mente e la sinistra di alternativa così frammentata, ma ben presente in quella piazza, si pigli le sue responsabilità per ridare dignità ai proletari delle periferie.