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La mia parola contraria sussiste e aspetto di sapere se costituisce reato

Erri De Luca
22/10/2015 - 15:52

Sarei pre­sente in quest’aula anche se non fossi io lo scrit­tore incri­mi­nato per istigazione.

Aldilà del mio tra­scu­ra­bile caso per­so­nale, con­si­dero l’imputazione con­te­stata un espe­ri­mento, il ten­ta­tivo di met­tere a tacere le parole con­tra­rie. Per­ciò con­si­dero quest’aula un avam­po­sto affac­ciato sul pre­sente imme­diato del nostro paese.

Svolgo l’attività di scrit­tore e mi ritengo parte lesa di ogni volontà di censura.

Sono incri­mi­nato per un arti­colo del codice penale che risale al 1930 e a quel periodo della sto­ria d’Italia. Con­si­dero quell’articolo supe­rato dalla suc­ces­siva ste­sura della Costi­tu­zione della Repub­blica. Sono in quest’aula per sapere se quel testo è in vigore e pre­va­lente o se il capo di accusa avrà potere di sospen­dere e inva­li­dare l’articolo 21 della Costituzione.

Ho impe­dito ai miei difen­sori di pre­sen­tare istanza di inco­sti­tu­zio­na­lità del capo di accusa. Se accolta, avrebbe fer­mato que­sto pro­cesso, tra­sfe­rito gli atti nelle stanze di una Corte Costi­tu­zio­nale sovrac­ca­rica di lavoro, che si sarebbe pro­nun­ciata nell’arco di anni. Se accolta, l’istanza avrebbe sca­val­cato quest’aula e que­sto tempo pre­zioso. Ciò che è costi­tu­zio­nale credo che si decida e si difenda in posti pub­blici come que­sto, come anche in un com­mis­sa­riato, in un’aula sco­la­stica, in una pri­gione, in un ospe­dale, su un posto di lavoro, alle fron­tiere attra­ver­sate dai richie­denti asilo.

Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società.
Inap­pli­ca­bile al mio caso le atte­nuanti gene­ri­che, se quello che ho detto è reato, l’ho ripe­tuto e con­ti­nuerò a ripeterlo.

Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico.
Nobile per­ché pro­nun­ciato e pra­ti­cato da valo­rose figure come Gan­dhi e Man­dela, con enormi risul­tati politici.

Demo­cra­tico per­ché appar­tiene fin dall’origine al movi­mento ope­raio e alle sue lotte. Per esem­pio uno scio­pero sabota  la produzione.

Difendo l’uso legit­timo del verbo sabo­tare nel suo signi­fi­cato più effi­cace e ampio.

Sono dispo­sto a subire con­danna penale per il suo impiego, ma non a farmi cen­su­rare o ridurre la lin­gua ita­liana. ”A que­sto ser­vi­vano le cesoie” : a cosa? A sabo­tare un’opera colos­sale quanto nociva con delle cesoie? Non risul­tano altri insi­diosi arti­coli di fer­ra­menta agli atti della mia con­ver­sa­zione tele­fo­nica. Allora si incri­mina il soste­gno ver­bale a un’azione simbolica?

Non voglio scon­fi­nare nel campo di com­pe­tenza dei miei difensori.

Con­cludo con­fer­mando la mia con­vin­zione che la linea di sedi­cente alta velo­cità in Val di Susa va osta­co­lata, impe­dita, intral­ciata, dun­que sabo­tata per la legit­tima difesa della salute, del suolo, dell’aria, dell’acqua di una comu­nità minacciata.

La mia parola con­tra­ria sus­si­ste e aspetto di sapere se costi­tui­sce reato.

La dichiarazione dello scrittore immediatamente prima della sentenza di primo grado a Torino sulle sue parole a difesa del sabotaggio della Tav in Val Susa. Poche ore dopo il giudice lo assolverà "perché il fatto non sussiste"