Tu sei qui
Castello Cambia: "Piazza Burri si, ma non ad ogni costo"
Nella nota si legge "Avremmo voluto come (quasi) tutti solo plaudire e rallegrarci per la notizia che finalmente si ha intenzione di realizzare una nuova piazza Burri, dare un “nuovo cuore” a questa città che magari le permetta il rilancio artistico, culturale e turistico che da molte parti da troppo tempo si aspetta; siamo favorevoli ad un progetto che riesca a caratterizzare compiutamente la nostra città con il continuum tra arte rinascimentale e arte contemporanea, come merita. Dunque, Piazza Burri sì, ma non ad ogni costo. Il nostro ruolo e soprattutto la nostra coscienza impongono di vedere anche altro, leggere bene le vicende che si vanno preparando e con lucidità diciamo che siamo preoccupati. L’Accordo di programma tra Comune e Fondazione Burri che il 23.06 è stato prima discusso e poi approvato dalla maggioranza (+1) non ci convince, e su vari punti abbiamo sollevato dei dubbi. Viene ripreso e allegato un vecchio accordo del 1995, in cui il Comune cedeva alla Fondazione l’area ove è posizionata la scuola Garibaldi per costruirci il “parallelepipedo nero” voluto dl Maestro: ma è un accordo mai realizzato e ormai scaduto; allora, perché richiamarlo quale “parte integrante”, senza peraltro scrivere chiaramente che l’area non viene più ceduta? A parole si dice che tutti i manufatti, piazza, scultura e nuovo Palazzo saranno di proprietà pubblica, ma non si scrive: perché? L‘architrave che regge tutto, è l’art. 20 del Codice Appalti (D.lgs 50/2016) che permette di non rispettare le procedure obbligatorie per qualunque appalto pubblico, se l’Ente pubblico stipula una convenzione con un soggetto privato ( in questo caso, la Fondazione Burri) che realizza a sue spese l’opera e poi la regala. Ma questa possibilità è successiva alla presentazione di un progetto di fattibilità dettagliatissimo: nell’ accordo i contenuti della convenzione non sono chiariti. Nella pubblica amministrazione se compri una penna devi passare dalla centrale unica d’acquisto, se sposti una carta serve autorizzazione…e per realizzare un progetto di (così narrano le cronache) almeno 30 milioni di euro, non serve nulla?! Tutto andrebbe infatti in affidamento diretto. Inoltre, per poter essere applicato l’art.20, occorre che sia esclusa qualunque utilità per il privato che ha realizzato e ceduto l’opera: e invece nell’accordo è scritto che la Fondazione gestirà l’edificio come sede espositiva di arte contemporanea, attraverso la creazione della nuova fondazione “Alveare” insieme a non precisate “personalità degli Emirati Arabi”. Siamo sicuri che non ci sia “utilità”? E ancora: chi sono questi soggetti, che investiranno decine di milioni di euro per la realizzazione di una piazza, di un parcheggio interrato e di un mega edificio di 16000m3”? Non è scritto, come non lo è l’entità del finanziamento e qual è lo scambio, vale a dire cosa otterranno in cambio di tale ingentissimo investimento. La scelta di firmare un accordo con queste lacune per noi è inammissibile Si fa partire un treno, un megaprogetto che avrà fortissime ripercussioni sulla viabilità, sugli accessi al centro, sulla struttura stessa del centro città (e non solo), senza avere contezza dei costi, senza prevedere alcuna soluzione ai disagi e senza l’assoluta certezza che tutta l’impalcatura possa restare in piedi?! Per questo abbiamo presentato una mozione per chiedere un parere preventivo all’ ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha funzioni di prevenzione e vigilanza: per avere una certezza procedurale a tutela di tutti, anche degli amministratori. Peccato che non solo non ci abbiano pensato ma che abbiano anche respinto la nostra mozione, parlando di “tentativo di bloccare i lavori”. Quali lavori?! Noi semmai vorremmo, con una chiarezza normativa ora, evitare che vengano bloccati dopo la partenza, con enormi disagi per tutti. Non hanno fatto nulla per questo progetto per quasi 30 anni, ora non possono aspettare 15 giorni? Avrebbero anche modo così di mostrarlo finalmente nella sua interezza alla città, per una partecipazione che mai è stata realizzata".
Emanuela Arcaleni, Vincenzo Bucci Gruppo consiliare Castello Cambia

