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I problemi del lavoro non vanno in ferie

Questi sono i giorni della chiusura di Ferragosto naturalmente non possiamo che verificare quello che è lo stato dell’arte che noi ritroveremo comunque subito dopo il 15 tale considerazione è dettata dei numeri di difficoltà economica e sociale che anche l’Umbria sta vivendo.
Abbiamo una regione e quindi una provincia la cui popolazione è in diminuzione (meno 4000 a livello regionale secondo l’ISTAT) e questo è un segnale indubbio di difficoltà che si aggiunge ad un progressivo innalzamento degli over 65 (circa il 23%) che rappresenta di per sé una caratteristica positiva, ma che assume elementi di criticità se non è legata ad una risposta alla questione lavoro delle giovani generazioni.
I centri storici e la montagna hanno subito e stanno subendo un processo di spopolamento che va contrastato con una strumentazione e una progettazione adeguata (progetto zone interne)
La nostra provincia la nostra regione ha subito una diminuzione del 32% degli investimenti e del peso della manifattura che si riproduce sul PIL, che non è contrastata dall’aumento del filone TAC (turismo ambiente cultura di circa l’8% nella provincia) anche se a questo segnale positivo dobbiamo sottolineare che c’è un calo delle presenze stabili sulle nostre strutture.
Allo stesso tempo abbiamo un aumento in maniera esponenziale di quello che è l’utilizzo dei voucher (circa 2 milioni di buoni lavoro nel 2015 in Umbria con un aumento di oltre il 40% nel 2016) e quindi di una ulteriore precarizzazione del mondo del lavoro.
Abbiamo come regione e quindi come provincia delle opportunità che le istituzioni la politica e le associazioni devono cogliere appieno.
Il nostro territorio è anche formato da eccellenze, le quali debbono fare da traino per la creazione di Pil, anche come strategia futura rispetto alle scelte che le istituzioni e la politica sono chiamate a fare per il futuro del nostro territorio.
Da settembre si aprirà uno scenario che chiamerà tutti soggetti a fare la loro parte noi come Cgil vogliamo e saremo protagonisti nel sensibilizzare proporre e discutere rispetto alle strategie che occorrono per uscire da questo declino.
Per questo riproponiamo il piano del lavoro con articolazione territoriale.
Dentro questo quadro per noi è strategico la condivisione a livello istituzionale politico delle scelte che dovranno essere fatte affinché le risorse poche o tante disponibili siano messa filiera in maniera mirata in una pioggia.
Ci riferiamo in modo particolare ai fondi strutturali europei (circa 1500 milioni di euro), i quali richiedono un cofinanziamento, e ci rivolgiamo a tutte quelle misure, che sono a disposizione e che soltanto una piena condivisione e una sinergia fra tutti soggetti potrà determinarne la riuscita e la messa sistema di tali risorse.
Le risorse economiche che la nostra Regione e il nostro territorio a disposizione sono tali per cui si determinerà il futuro positivo o negativo dei prossimi anni, quindi occorre un’analisi corretta nei singoli territori e noi proporremo delle piattaforme territoriali in una cornice regionale.
E infine occorre riavere un protagonismo forte delle associazioni delle imprese e delle piccole aziende per aprire una nuova fase di confronto e di sviluppo.
A livello istituzionale, va ripreso il confronto perché solo dal protagonismo dei territori può e deve venire una nuova fase che ci consenta di invertire la tendenza rispetto alla lunga notte della crisi che stiamo attraversando.
La Cgil è impegnata su diversi fronti, prima di tutto occorre portare a compimento l’attenzione del parlamento sulla nuova carta dei diritti universali dei lavoratori e delle lavoratrici, elemento centrale, cornice determinante, per dare diritti al mondo del lavoro.
Inoltre occorre una vera riforma delle pensioni affinché si possa realizzare un ricambio generazionale nel mondo del lavoro e dare risposte a coloro che hanno dedicato la loro vita al lavoro.
In terzo luogo una piena sinergia di Cgil Cisl e Uil dovrà determinare alcune scelte istituzionali per quel mondo che noi rappresentiamo.
Quarto elemento è necessario programmare periodi di intervento medio lunghi affinché la risposta alle difficoltà non sia quotidiana ma bensì di lungo respiro.
Per tutti questi motivi la pausa feriale sarà non solo occasione di riflessione ma anche un momento di rilancio dell’iniziativa sindacale di fronte alla prossima ripresa autunnale.
Filippo Ciavaglia, segretario Cgil Perugia