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Un coro di "no" alla vaccinazione obbligatoria

Salute
Umbria 11/02/2017 - 09:51

Nell'audizione della Terza commissione che si è tenuta ieri a Palazzo Cesaroni sulla proposta di modifica della legge “30/2005” dei consiglieri del Pd Giacomo Leonelli e Carla Casciari, con cui si vuole introdurre la vaccinazione obbligatoria per i bimbi in età di asilo quale requisito per l'accesso alle strutture pubbliche e private, è emersa una netta contrarietà da parte dei rappresentanti delle associazioni presenti. L'atto viene giudicato “lesivo di diritti sanciti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente” e viene chiesta “più informazione sui vaccini e sulle loro conseguenze da parte dei medici”

“Siamo totalmente contrari a una proposta di legge discriminante e lesiva dell'autonomia dei cittadini, che limita il diritto all'istruzione dei bambini pur in assenza di emergenze che la giustifichino: tanti bambini sani, ancorché non vaccinati, saranno emarginati in assenza di qualsiasi motivo logico. Una legge che calpesta la Costituzione ignorando i diritti che vi sono sanciti, fra cui quello all'istruzione e quello alla libertà di scelta. Giusto persuadere i genitori alla vaccinazione dei figli e servirebbe maggiore informazione anche da parte dei medici ma no al ricatto 'se non lo vaccini tuo figlio non può andare a scuola'. Non siamo contrari alla vaccinazione in sé, ma lo siamo verso l'obbligatorietà. Necessaria una maggiore informazione da parte dei medici sui vaccini e sulle loro conseguenze”. Sono alcune delle contestazioni emerse ieri nell'audizione della Commissione sanità sulla proposta di modifica della legge 30 del 2005, relativamente all'accesso ai servizi socio-educativi per la prima infanzia, di iniziativa dei consiglieri Leonelli e Casciari (Pd), che ha l'obiettivo di “rendere l’assolvimento degli obblighi vaccinali da parte del minore requisito di accesso al sistema integrato dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, pubblici e privati”.

Parzialmente favorevole l'Associazione culturale pediatri, che ha rimarcato il “consenso sulla utilità delle vaccinazioni. Apprezziamo intenzioni e preoccupazioni sul calo della copertura vaccinale e sul riemergere di alcune patologie come morbillo e pertosse, che preoccupano per le complicanze soprattutto per i più piccoli, però sul provvedimento esprimiamo dubbi: l'intento di allargare la platea va bene ma la metodica va rivista. Un provvedimento coercitivo crea un clima di conflitto di cui non c'è bisogno”.
Di segno nettamente contrario la posizione espressa da: AsSIS-Associazione studi informazione sulla salute,  Autismo diamoci una mano-onlus,  AURET-Autismo, ricerca e terapie, Comitato Montinari onlus,  Coordinamento nazionale danneggiati dal vaccino, Comitato libertà di scelta consapevole.

Fra i consiglieri regionali presenti, Carla Casciari (Pd) ha detto: “la nostra proposta si basa sul calo delle vaccinazioni che abbiamo riscontrato nei dati 2015 del Ministero della salute e riguarda solo la fascia di età che va dai 3 ai 36 mesi. Se i dati più recenti dimostreranno che le vaccinazioni sono aumentate potremmo anche ritirare la proposta. Non faremo barricate ma è chiaro che stiamo parlando del bene comune”.
Il primo firmatario dell'atto, Giacomo Leonelli (Pd): “prendiamo atto delle osservazioni e proseguiamo il confronto, raccogliendo l'appello che abbiamo sentito oggi a 'costruire dei ponti invece che alzare dei muri', facendo tesoro delle valutazioni raccolte. Sulla materia è necessario approfondire e saperne di più soprattutto dai medici”.
Per Claudio Ricci (Rp) “l'incontro ha avuto il merito di aprire una riflessione, c'è qualche oggettivo dubbio in più dopo quanto sentito oggi. Servirà tornarci sopra quando il quadro nazionale sarà più chiaro (si riferisce al nuovo Piano vaccini che il Governo ha appena varato, ndr.)”.
Sergio De Vincenzi (Rp), ieri presidente di commissione per l'assenza di Attilio Solinas, ha sottolineato che “questi incontri servono a parlare e trovare soluzioni condivise per il bene comune. Il tema non implica la possibilità di lasciare le scuole e il dibattito si dovrà spostare anche a livello scientifico per capire bene quali sono i rischi connessi e le modalità di vaccinazione, se farne uno o tutti, rispettando la libertà di scelta dei genitori”.