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Pena di morte: Nessuno Tocchi Caino, guerra al terrorismo porterà escalation

In sala Gonfalone è stato presentato il Rapporto 2015, curato da Elisabetta Zamparutti. Il presidente Giani: “La lungimiranza di Pietro Leopoldo”. Padre Sbaffoni: “La lezione di Papa Francesco”
Giustizia
Toscana 18/01/2016 - 15:28

Firenze – “La concretezza dei dati sulla pena di morte nel mondo, con l’analisi del relativo sistema valoriale, che sono alla base del Rapporto 2015 dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, ci mostrano quanto fosse lungimirante Pietro Leopoldo nel 30 novembre 1786, che, motu proprio, la cancellò dall’ordinamento dello Stato della Toscana”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, nel corso della presentazione del Rapporto in Sala Gonfalone. “Con la Festa della Toscana ricordiamo questo evento, ma anche la figura di Pietro Leopoldo, che inquadrò l’abolizione della pena capitale all’interno di un grande disegno riformatore – ha aggiunto il presidente – Un disegno che comprendeva l’abolizione della tortura, l’articolazione dello stato con la creazione delle ‘comunità’ poi diventati comuni, l’abolizione dei dazi sul versante economico”.

E’ stato quindi il giornalista Francesco Tei, giornalista di Rai3 Toscana, ad introdurre il lavoro di Elisabetta Zamparutti, curatrice del libro e rappresentante per l'Italia nel Comitato Prevenzione Tortura del Consiglio d'Europa.

“C’è un’evoluzione positiva verso l’abolizione della pena di morte nel mondo in atto da oltre quindici anni. Sono attualmente 161 i Paesi nel mondo che hanno deciso di abolire la pena capitale e 37 quelli che ancora la mantengono” ha rilevato Zamparutti. Di questi i paesi totalmente abolizionisti sono 103, gli abolizionisti per crimini ordinari sono 6, quelli che attuano una moratoria delle esecuzioni sono 6, i paesi abolizionisti di fatto, che non eseguono esecuzioni da più di dieci anni, sono 46.

La curatrice del libro si è soffermata sul caso della Mongolia che "ai primi di dicembre ha cancellato ogni riferimento alla pena capitale dall'ordinamento interno". "La pena di morte - ha continuato - si concentra prevalentemente in Paesi non democratici, dove sono state compiute il 98,8% delle esecuzioni. Non a caso i primi tre esecuzionisti del 2015 sono stati la Cina, l'Iran e il Pakistan".

Un accenno poi, da Zamparutti, alla 'guerra al terrorismo' : "E' facile - ha detto - prevedere che darà un contributo consistente all’escalation della pratica della pena di morte nel 2016. Ne abbiamo avuto già un chiaro segnale con le 47 esecuzioni del 2 gennaio 2016 in Arabia Saudita". "A fronte di tutto ciò - ha concluso - diventa fondamentale rafforzare la Risoluzione per la Moratoria Universale sulle esecuzioni di nuovo al voto dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo autunno e sostenere i principi dello Stato di Diritto per far fronte ai vari stati d'emergenza". Un obiettivo sul quale ha chiesto l’impegno anche dell’assemblea legislativa toscana.

Il volume è dedicato a Papa Francesco, di cui è pubblicata in prefazione la sua “lezione magistrale” tenuta nell’ottobre 2014 davanti ai delegati dell’Associazione Internazionale di Diritto Penale. E proprio a Papa Francesco sarà conferito il premio l’”Abolizionista dell’anno 2015”.

E’ stato padre Fausto Sbaffoni, vicario della parrocchia di San Marco e responsabile della biblioteca spirituale Arrigo Levasti, a sottolineare la novità rappresentata dalle dichiarazioni del Papa rispetto alla tradizione cristiana, che risente pesantemente della legge del taglione mosaica, anche se interpretata alla luce del Discorso della Montagna. “Nel Medioevo la posizione si radicalizza – ha ricordato padre Sbaffoni – fino a ritenere che sia giusto per un ordinamento civile applicare la pena di morte. Il bene della comunità in qualche modo prevale sul bene dell’individuo”. E’ su questa linea di pensiero che è intervenuto Papa Giovanni Paolo II, che ha sottolineato come nella modernità ci siano mezzi che consentono di garantire la pace sociale senza ricorrere ad un’azione che segna anche l’impossibilità per il colpevole di redimersi. Ma soprattutto Papa Francesco ha affermato nel corso della sua lezione magistrale: “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi o a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale, in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà”. (dp)