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Mancini (Lega Nord) "Eventi estivi a Città di Castello da rivedere"

Ormai da giugno, e da alcuni anni, il foltissimo cartellone di eventi di “Estate in città” tenta di perseguire l’obiettivo di “ravvivare” il territorio comunale anche nei mesi più caldi dell’anno. Per quanto riguarda Città di Castello, però, il consigliere comunale e vicepresidente del consiglio regionale Valerio Mancini (Lega Nord) fa notare come, tra tutti gli appuntamenti in programma (ben 277), ci sia un’evidente e disomogenea ripartizione degli stessi eventi, in particolar modo tra Piazza Fanti, Matteotti e Garibaldi-Burri. Nelle prime due, infatti, sono stati organizzate rispettivamente 28 e 25 manifestazioni mentre in Piazza Garibaldi-Burri ne è prevista una sola, peraltro nel mese di settembre.
Dato che gli eventi di “Estate in città” servono anche ad una vera e propria promozione sociale ed economica dei comprensori comunali e delle singole attività imprenditoriali, il “caso” di Piazza Garibaldi-Burri, in cui tra l’altro si trovano la sede della Fondazione Palazzo Albizzini e l’imponente Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, rappresenta una vera e propria macchia nel perseguimento di questo obiettivo. E’ troppo palese, infatti, la disparità di “considerazione” tra le varie zone del centro storico. Ad accorgersi di questo fatto sono stati anche alcuni rappresentanti di un’attività commerciale sita proprio in Piazza Garibaldi, che a tal proposito hanno richiesto un incontro con l’Amministrazione comunale per esprimere il loro disagio e disappunto sulla decisione di organizzare un solo evento nella loro zona. Purtroppo, dopo l’ennesimo sollecito, non solo non sarebbero venuti a galla i motivi di tale scelta ma, addirittura, l’assessore al Commercio e Turismo Riccardo Carletti, contattato telefonicamente da una cittadina su questa questione, avrebbe persino minacciato possibili azioni legali per motivazioni non del tutto chiare.
Mancini, che vorrebbe fin da subito, e per il futuro, una logica redistribuzione delle manifestazioni in tutte le piazze principali del centro storico, non riesce a spiegarsi neanche il numero così alto di manifestazioni in Piazza Fanti (addirittura superiore a quello della pizza principale di Città di Castello), luogo da sempre considerato alquanto “anonimo” e poco sfruttato ma riscoperto soprattutto nell’ultimo anno. All’assessore Carletti viene dunque chiesto di dissipare questo e tutti gli altri dubbi sulla questione, magari spiegando anche, in aula, quali siano state le manifestazioni effettuate a titolo gratuito, i costi dell’intero cartellone di “Estate in città” e se i commercianti di Piazza Fanti, come asserito dallo stesso assessore, abbiano o no sostenuto gli eventi organizzati nella suddetta piazza. Resta comunque il fatto palese che tra le varie Piazze del centro storico esiste un forte squilibrio per quanto riguarda il numero di eventi estivi organizzati, con l’evidente penalizzazione di una piazza importante come quella di Garibaldi-Burri, per di più nell’anno del Centenario del maestro tifernate. E pensare che a gennaio 2015, con i 17 voti favorevoli della maggioranza, il Consiglio Comunale aveva anche approvato la mozione, e la “battaglia”, del capogruppo del Pd Gaetano Zucchini per l’intitolazione ad Alberto Burri dell’attuale piazza Garibaldi. A quanto pare, però, quella che è finita per essere l’ennesima operazione di autocompiacimento, non sembra aver portato a nessun tipo di vantaggio. Lo stesso Mancini allora, con il suo voto contrario, espresse le proprie perplessità ad intitolare a Burri una piazza priva di qualsiasi riferimento all’artista tifernate, sempre piena di auto e con la “ferita” evidente dell’ex scuola Garibaldi, invitando di fatto l’Amministrazione a rendere la zona almeno “idonea” (con cartellonistica, sculture, zone relax, etc. che richiamassero il maestro) e “degna” di celebrare un centenario come si deve.
A proposito di Piazze, comunque, ci sarebbe qualcosa da ridire anche sugli arredi urbani recentemente apparsi in città. In questo caso, paradossalmente, la “bistrattata” Piazza Garibaldi-Burri non ne è rimasta esclusa. Le strane strutture curvilinee e le ormai famose bici senza ruote hanno invaso anche via Cacciatori del Tevere e viale Diaz, proprio a ridosso, rispettivamente, delle scuole di San Filippo e del Liceo Classico Plinio il Giovane. “Elementi che facilitano la relazione, lo scambio e la socializzazione, tesi a fare del centro storico uno spazio urbano a misura di giovani e bambini”, così li ha definiti l’Amministrazione Comunale dopo il bombardamento mediatico che ha letteralmente stroncato l’inutilità e la bruttezza delle nuove installazioni, parte di un progetto di “valorizzazione degli itinerari tematici” finanziato dal Gal Alta Umbria. C’è chi ha avuto anche il coraggio di dire che esse “rispondono a studi specialistici sui comportamenti e le preferenze delle nuove generazioni”, probabilmente senza aver sentito le varie e “distruttive” opinioni dei giovani tifernati che, in tutta franchezza, al giorno d’oggi non hanno certo bisogno di una bici senza ruote di nome Manolo.
Ma che bisogno c’è di un ridicolo e posticcio parco giochi, quando centinaia di turisti vanno alla ricerca infruttuosa di cestini dei rifiuti o si imbattono nel “cantiere fantasma” di Piazza Gabriotti, dove gli operai, che dovrebbero cercare di finire entro i 90 giorni stabiliti i lavori di restauro della pavimentazione, si permettono anche il lusso di andare in ferie o sparire all’improvviso? Non bisogna dimenticare che i lavori, partiti lo scorso 28 maggio, dovrebbero indicativamente essere conclusi entro la fine di agosto. La calma sconcertante con cui procedono le operazioni non fa certo ben sperare. Intanto a rimetterci sono i commercianti della zona e la stessa città, privata di una delle sue piazze principali in un momento più che favorevole al continuo afflusso turistico.