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Ex FCU, Lignani: «La tratta altotiberina è a rischio smantellamento»

Politica
Città di Castello 29/09/2016 - 11:34

La ferrovia a Città di Castello rischia di essere solo un pallido ricordo del passato; la conferma viene di fatto dall'Amministratore delegato di FS e dalla Regione Umbria che annunciano a breve il definitivo passaggio gestionale dell'ex FCU a RFI e il passaggio definitivo allo Stato nel 2022. E' previsto da un lato il potenziamento del trasporto alternativo su gomma e dall'altro una linea ferroviaria nazionale per Roma da Ponte San Giovanni che passerà per Todi e non per Foligno Spoleto. Tradotto in soldoni un potenziamento da Ponte San Giovanni a Terni ed uno smantellamento del ramo secco altotiberino. Intanto dal 1 ottobre non sarà più l'USTIF (Ufficio Speciale Trasporti a impianti fissi) a certificare la sicurezza della linea ma la legittimamente più rigorosa Agenzia Nazionale per la Sicurezza ferroviaria con sede in Firenze che a breve renderà permanente il limite di velocità a 50 chilometri l'ora e il rallentamento o addirittura lo stop nei pressi dei passaggi a livello senza barriere. Un provvedimento che porterà a 30 minuti il tempo di percorrenza tra Città di Castello e Sansepolcro rendendolo impraticabile.

La sintesi drammatica è che in pochi anni si è passati dai proclami sullo sfondamento ad Arezzo alla imminente chiusura con in più l'abbandono del territorio di un'azienda leader del settore ferroviario. Il Sindaco tiferanno ha il dovere di mobilitarsi immediatamente presso l'Assessore regionale ai trasporti (del suo stesso partito) non solo per scongiurare la chiusura ma anche per la tutela dei lavoratori della ex FCU molti dei quali sono altotiberini.

Di seguito l'interrogazione presentata in data odierna sull'argomento

 

Andrea Lignani Marchesani Capogruppo Fratelli d'Italia Comune di Città di castello

 

Al Signor Sindaco di Città di Castello

 

Oggetto : interrogazione

 

Il Sottoscritto Consigliere comunale,

 

PREMESSO

 

che il trasporto ferroviario ha subito negli anni una pesante involuzione a Città di Castello

 

che nonostante più volte siano stati presi impegni istituzionali non solo non si sono fatti passi avanti per il ripristino dell'antica ferrovia dell'Appennino centrale che collegava Città di Castello ad Arezzo ma si è interrotto anche il trasporto su ferro verso Umbertide

 

che ad oggi l'unico collegamento ferroviario a Città di castello è rappresentato dalla tratta Città di Castello - Sansepolcro con vecchie e fatiscenti motrici diesel

 

che per motivi di scarsa manutenzione della linea anche la velocità in quella tratta è in più punti ridotta a 50 km/h

 

che dal 1^ottobre l'Agenzia per la Sicurezza per il trasporto ferroviario con sede in Firenze sostituirà l'USTIF nei controlli e nella certificazione di sicurezza della linea

 

INTERROGA LA S.V.

 

sul rischio che detta agenzia possa rendere permanente ed uniforme il limite di 50 km/h  o peggio un definitivo stop alla linea alla luce dei parametri più rigorosi che applica rispetto all'USTIF

 

sulla necessità di convocare un tavolo con l'assessore regionale ai trasporti ed un alto rappresentante di RFI per la salvaguardia e il potenziamento del tratto altotiberino con opportuni interventi di manutenzione sulla tratta Sansepolcro Ponte San Giovanni

 

sulla necessità di mobilitazione per la salvaguardia  occupazionale dei lavoratori ex FCU, in larga parte altotiberini, sul cui futuro ormai pendono inquietanti interrogativi

 

Città di Castello, 29 settembre 2016

 

Il Consigliere comunale

 

Andrea Lignani Marchesani