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Come dissipare il patrimonio pubblico dell’Ente Provincia di Arezzo senza nemmeno vergognarsene

Certo che questi "amministratori" pubblici del Partito Democratico sono proprio dei fenomeni! Basta leggere le dichiarazioni di Roberto Vasai e Alessandro Caneschi, rispettivamente presidente e consigliere provinciale, ambedue di provata fede renziana (altrimenti non ricoprirebbero le suddette cariche), che sembra di sentire quei youtuber che commentano i videogiochi: non si capisce se parlano della vita reale o di quella virtuale, ma di certo si capisce che l'assurdo ha ormai preso il sopravvento.
I nostri due hanno spiegato con frasi asettiche alla popolazione, ormai anestetizzata di fronte allo scempio del bene pubblico, l'ineluttabile scelta di alienare edifici pubblici di pregio per poter garantire la manutenzione agli edifici scolastici. Non una riga di disappunto nella spiegazione data ai cittadini. Peccato che, nell'operazione di trasparenza, si siano dimenticati di qualche passaggio. E siccome in Provincia il ruolo dell'opposizione dovrebbe essere esercitato dal centrodestra che, notoriamente, non è meno incline del PD nella svendita ai privati del patrimonio pubblico, ci permettiamo noi "extraconsiliari" del PRC di denunciare questo vergognoso mercato, come di seguito sinteticamente riportiamo.
Fase 1: i Governi e i Parlamenti a guida PD inaugurano e portano avanti la stagione del cambio dei connotati alle governance locali (per usare una terminologia da loro amata), riducendo gli enti locali in generale, e le Provincie con particolare accanimento, a scatole ormai vuote, che non riescono più a gestire nemmeno se stesse. (La stessa analisi può essere applicata per la sanità pubblica.)
Fase 2: con notevole disprezzo per il pericolo, membri dello stesso partito vengono posti a governare gli Enti locali suddetti, ormai privi di risorse finanziarie (e si può dire anche privi del mandato popolare, dato che eletti indirettamente, cioè imposti dallo stesso partito).
Fase 3: gli "sfortunati" amministratori della Provincia, sorpresi ma non scoraggiati per aver trovato il salvadanaio vuoto, senza nemmeno accennare al fatto che le loro disavventure finanziarie sono state causate dai loro stessi compagni di partito, decidono di vendere il patrimonio della Provincia per pagare i debiti che dovranno contrarre per garantire la decenza e la sicurezza negli edifici scolastici. Badare bene: patrimonio che non apparteneva a loro ma all'Ente pubblico, quindi casomai apparteneva ai cittadini della Provincia, che non risulta siano stati sentiti in merito. Da notare che il palazzo in pieno centro, venduto per un milione di euro, non è stato acquistato da un ente di pubblica assistenza, ma da una banca, fra l'altro non locale. Ecco dove sono finiti i soldi pubblici (e dei cittadini): non più agli enti pubblici per la gestione dei servizi pubblici, ma alle banche, che notoriamente perseguono il pubblico interesse!
Fase 4 (di prossima realizzazione): se andiamo avanti così, fra poco tempo non ci saranno più edifici di proprietà pubblica, ma - consolazione - non ci sarà nemmeno più il problema della manutenzione degli edifici scolastici. Infatti, i governanti targati PD, in questo non differenziandosi dalla destra, stanno lavorando alacremente affinché, oltre alla sanità, anche la scuola vada progressivamente nelle mani dei privati, lasciando naturalmente qualche scuola e qualche struttura sanitaria di bandiera (sicuramente malridotte) a fingere di garantire quanto previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
Bella faccia tosta!