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Poliziotti aggrediti, Roberto Colombo (Castello Cambia): “Non svendiamo la nostra umanità”

Attualità
Città di Castello 03/07/2018 - 08:11

Abbiamo atteso qualche giorno prima di entrare nel dibattito. Abbiamo utilizzato in questa attesa tecniche di respiro e di meditazione, ma ora è giunto il momento di dire anche la nostra parola.

I fatti, anzi più semplicemente “il fatto”, li conoscono oramai tutti i tifernati: un uomo magrebino, assieme alla sua compagna, aggredisce in piena piazza una coppia di poliziotti nel corso di un banale controllo di documenti.

Un fatto serio e una reazione dell’uomo gratuita ed ingiustificata. Noi non vogliamo banalizzare né alleggerire le responsabilità dell’uomo, anche se ci chiediamo quali fossero le sue reali capacità di intendere e di volere.

E non vogliamo neanche accodarci a quel filone di commenti che rilevano, forse con ragione, che ai due poliziotti non è mancata occasione di rendere innocuo il tizio così da risparmiarci tutto lo show successivo. Avranno avuto le loro ragioni per agire come hanno agito.

Ciò che ci colpisce, ma oramai neanche più tanto, è che da un fatto ancorchè serio- ma, se non siamo diventati tutti matti, chiaramente un fatto minore- si è scatenata una ridda di voci rabbiose che in coro indicano il migrante o lo straniero come fattore decisivo dei nostri mali.

Non c’è lavoro o c’è solo lavoro precario e sottopagato? Abbiamo un debito enorme figlio di gestioni clientelari di sperpero di denaro pubblico? Ci siamo mangiati l’ambiente e l’equilibrio delle stagioni con il progressivo surriscaldamento climatico? C’è una burocrazia che strozza le piccole attività imprenditoriali? Abbiamo una finanza predatrice che si mangia ogni piccolo aumento di produttività? Abbiamo un sistema economico capitalistico che tutela le grandi ricchezze e precarizza la vita dei più?

Niente di tutto questo: la triste narrazione salviniana dei giorni nostri è che se non siamo liberi, se non siamo felici e nemmeno ricchi, se nella vita ci sentiamo insoddisfatti e non realizzati la soluzione è una: fuori gli stranieri e chiusura dei porti.

C’è una banalizzazione della realtà che spaventa, un appiattimento del pensiero che ci fa dubitare se siamo o meno i degni eredi dei nostri padri costituenti, una isteria collettiva che è tipica di tutte le ere prefasciste in ogni epoca storica ed in ogni latitudine. Tutti elementi di cui la bassa politica si approfitta, sbandierando vuoti slogan, esibendo muscoli e qualche foto con responsabili istituzionali che dovrebbero forse fare più attenzione a non farsi strumentalizzare dalla vecchia e nuova propaganda di partito.  

Castello Cambia intende ribadire in questo momento di “minimo storico di coscienza” che le società che meglio si sono evolute sono quelle che non hanno perso il loro grado di umanità, che hanno saputo coniugare tolleranza e rispetto, che hanno saputo tutelare le minoranze (di cui ognuno di noi è parte) e non agitare la pancia del popolo aizzandolo contro di esse, che non hanno speculato sui dolori e sulle paure dei penultimi indicando negli ultimi il loro capro espiatorio.

Basterebbe rileggere ogni tanto, e capirla- caro Salvini- visto che ci hai giurato sopra, la nostra carta costituzionale.