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Materia, Forma, Spazio nella pittura di Alberto Burri

Arti visive
Città di Castello 05/11/2015 - 12:21

Materia, Forma, Spazio, insieme con l'assidua ricerca di un equilibrio compositivo nella volontà di controllo dell'imprevisto, hanno costituito i cardini di molta parte dell'opera pittorica e plastica di Alberto Burri. In occasione del Centenario della sua nascita, pertanto, accanto alle numerose iniziative che si susseguono quest'anno in Italia e all'estero – dal completamento del Grande Cretto Gibellina, al ripristino del Teatro Continuo a Milano, dalle mostre al Parlamento Europeo a Bruxelles, a Palermo, a Pistoia, a Sansepolcro, a Rende (Cosenza), ai Convegni di Morra e di Milano, al Meeting-mostra internazionale di artisti e studiosi a Città di Castello Au rendez-vous des amis (giugno-dicembre 2015), fino alla spettacolare retrospettiva (tuttora in corso) al Guggenheim Museum di New York, con circa cento opere, non poteva mancare un appuntamento di ampia riflessione storico-critica sul lavoro rivoluzionario di uno dei protagonisti indiscussi della scena artistica europea e internazionale dal secondo dopoguerra del XX secolo fino all'attualità. Così, mentre altre interessanti iniziative si preparano in Germania a Dûsseldorf, a Napoli, a Teramo e altrove, questo appuntamento promosso dalla Fondazione insieme con l'Università degli Studi di Perugia, ha l'obiettivo di dare la parola – senza presunzione esaustiva – ad alcuni dei testimoni critici della vicenda artistica e umana del Maestro, per una ulteriore riflessione priva del carattere di un bilancio che, per un artista della grandezza di Burri, è la storia stessa ad aver già compiuto, sia in rapporto alla sua fortuna critica che sul destino di conservazione della sua opera. Egli, d'altronde, in vita aveva già provveduto alla creazione di ben due sedi museali a Città di Castello per la conoscenza del suo lavoro. In occasione di questo significativo appuntamento, sarà presentato al pubblico il nuovo Catalogo Generale delle opere del Maestro in sei volumi, edito dalla Fondazione, e il ciclo dei Mixoblack, opere calcografiche degli ultimi anni della sua produzione.