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Pd: “Con questo governo l’Umbria è meno sicura”

Politica
Umbria 25/02/2019 - 10:37

PERUGIA – “Con questo governo l’Umbria è meno sicura”. Ne è convinto il Partito Democratico, che ieri mattina a Perugia ha incontrato la stampa per denunciare mancanze gravi e il rischio concreto che non solo non ci sia una visione che faccia della sicurezza un tema centrale al di là della propaganda, ma che si scomponga il puzzle che negli anni si è faticosamente costruito, grazie a progetti e investimenti, per favorire controllo e prevenzione, educazione e integrazione. “È facile strumentalizzare alcuni temi in campagna elettorale – ha sottolineato il segretario regionale dem Gianpiero Bocci - molto più difficile è governare il Paese trovando le soluzioni”. Quindi: “Giù la maschera, perché l’Umbria non ha bisogno di parole al vento. Ci aspettiamo fatti concreti”.

“Se il sottosegretario Candiani, che un giorno sì e l’altro pure parla di sicurezza dell’Umbria – ha detto Walter Verini - al termine del suo mandato avrà fatto un decimo di quello che i nostri governi e il sottosegretario Bocci hanno fatto negli ultimi anni, potrebbe essere contento. Il problema è che siamo molto lontani da quel decimo”. “Ci sono molti capitoli relativi alla gestione del tema sicurezza che ci inquietano – ancora Verini. Rimane nell’incertezza il protocollo sulla cittadella giudiziaria a Perugia. Con il progetto sulla riclassificazione delle questure, c’è il rischio concreto di un declassamento di quella di Perugia e a cascata quella di Terni, insieme ad altre città che non hanno le caratteristiche dei nostri capoluoghi per dimensione e per difficoltà legate alla criminalità. Problemi di organico e mezzi vengono segnalati nelle questure di Perugia e Terni e nei commissariati di Città di Castello, Foligno e Spoleto, dove in molte occasioni è impossibile addirittura far uscire la volante. All’aeroporto l’ufficio di frontiera non può operare perché manca una firma. Dalle carceri denunciano difficoltà stringenti a causa del sovraffollamento e nessun segnale di aumento degli organici e sappiamo bene che meno sicurezza e meno fondi ai progetti di rieducazione e reinserimento nei luoghi di detenzione vogliono dire meno sicurezza. Con la soppressione degli Sprar che fine hanno fatto migliaia di persone in tutta Italia, 80 solo in Umbria, senza sostegno, senza poter contare su percorsi di inserimento, senza alcuna possibilità di trovare una collocazione? Anche meno integrazione significa meno sicurezza. È stata messa in discussione la permanenza della caserma dei Vigili del fuoco a Norcia. Sono stati tolti i finanziamenti per le scuole sicure. A Fontivegge il posto di Polizia è al momento un ufficio vuoto”.

C’è di più. “Fare sicurezza – ha sottolineato Nadia Ginetti - significa anche dare garanzia dell’efficienza del sistema giustizia. Con i governi precedenti abbiamo garantito numerose assunzioni, anche a favore del tribunale e del distretto di Perugia, sia di funzionari che di assistenti, e abbiamo programmato l’assunzione di magistrati. Oggi non abbiamo notizie di nuove coperture rispetto a quanto necessario. A Perugia sembra essere destinato a rimanere negli archivi il progetto della cittadella giudiziaria che da un lato risponderebbe all’esigenza di una riorganizzazione, dall’altro libererebbe risorse importanti impegnate nel mantenimento delle sedi oggi attive. Stiamo parlando, oltretutto, del recupero di un bene importante, di pregio e dal grande valore storico per cui avevamo garantito uno stanziamento nel bilancio dell’agenzia del demanio di 1,85 milioni per lo studio di fattibilità”. Pesanti, poi, le difficoltà del sistema carcerario. “I problemi – ancora Ginetti - non si risolvono indossando una divisa. C’è un dato preoccupante rispetto all’aumento dei suicidi di agenti di polizia penitenziaria nel nostro Paese, che denuncia un disagio forte negli istituti, ma non abbiamo notizie di aumenti di organici e non vengono rifinanziati i progetti di rieducazioni interna per il reinserimento sociale, che è garanzia di sicurezza sul territorio”.

Sul capitolo immigrazione, che “è un capitolo complesso – ha spiegato Grimani – e che richiederebbe una capacità di analisi razionale e obiettiva” si manifestano le mancanze più evidenti.  “La Lega racconta una storia diversa dalla realtà e sacrifica progetti validi, agitando mostri per ottenere consenso e producendo danni gravi al Paese e alla nostra regione, che ha un’impostazione rigorosa e attenta. La gestione del fenomeno, invece, va affrontata per quello che è, lavorando concretamente sulle soluzioni, non sulla propaganda. La cancellazione degli Sprar e dei programmi di protezione umanitaria rischia di riportare le lancette dell’orologio indietro di anni e di aumentare gli irregolari e la probabilità di comportamenti sanzionabili. Il sistema di accoglienza che avevamo delineato creava un meccanismo di integrazione importante, almeno il 40 per cento degli immigrati coinvolti in 6 mesi riusciva a trovare una collocazione nella società. Così, invece, si buttano per strada migliaia di persone senza una prospettiva”.

“Chi oggi ci governa – ha aggiunto Anna Ascani – lo fa sulla base di un’equazione che dobbiamo rompere, che è immigrazione uguale insicurezza. La sicurezza si fa a partire da tutto quello che non interessa Salvini: dai presidi delle forze dell’ordine, dall’identità e dalla cultura dove, invece, non a caso, ci sono tagli importanti. Si taglia, ad esempio, sulle associazioni, che rappresentano in molti casi l’alternativa allo spaccio a al piccolo crimine. Si smantella una presenza sul territorio favorendo l’insicurezza. Si tagliano 4 miliardi sulla scuola, che è la vera vittima della prima legge di bilancio, si blocca il piano sicurezza destinato agli istituti scolastici e a salvaguardare l’incolumità fisica dei bambini e degli operatori; e si sa che quando si taglia 1 euro sulla scuola ci vogliono 10mila euro e dieci anni per recuperare il danno che si è prodotto. Praticamente una generazione per strada”. “Senza dimenticare che è a scuola che si costruisce la comunità e che la sicurezza non è solo presenza delle forze dell’ordine, ma si fa attraverso la costruzione del senso di comunità e l’educazione di cittadinanza. Questo governo demolisce i luoghi dell’educazione. E lasciatemi dire che fa male il fatto che la nostra regione, che si è sempre distinta nel mondo come luogo di accoglienza, aperto, di pace, finisca sui giornali per storie che non c’entrano niente con la nostra cultura. 

“Non ho visto, ad oggi – ha concluso Bocci - su questo tema iniziative di parlamentari di centrodestra eletti in Umbria. È facile strumentalizzare in campagna elettorale alcuni temi, molto più difficile è governare il Paese trovando soluzioni”. E allora: “Giù la maschera, l’Umbria non ha bisogno di parole al vento, ma ci aspettiamo fatti concreti. Anche solo per evitare che quello che è stato fatto vada smantellato”. Come ad esempio sulla caserma dei Vigili del fuoco di Norcia, dove si aspetta ancora il distaccamento di 16 ragazzi dal corso per allievi; o sul personale delle forze dell’ordine, su cui il ministero non riesce a garantire nemmeno il turn over. Sulla questura di Perugia e di Terni, “il rappresentante del governo non può dire che è una cosa che viene dall’amministrazione dell’Interno: c’è Salvini e sappiamo bene che non c’è atto che esca senza la volontà di chi ha responsabilità politica. Il declassamento della questura di Perugia, che porterà conseguenze importanti, è in un documento che sta andando avanti nell’indifferenza più incredibile. Ho sempre avuto un rapporto di correttezza istituzionale con le amministrazioni, ma devo dire che mi meraviglia il silenzio assordante delle giunte comunali di Perugia e Terni. Questo non è un problema che può riguardare uno schieramento piuttosto che un altro, non si può lasciar passare un elemento che destabilizzerà il sistema sicurezza di tutte le regioni. In altre città ci sono mobilitazioni, iniziative, manifestazioni”. E ancora: “Allo stesso modo mi meraviglia non conoscere la posizione del sindaco sulla realizzazione della cittadella giudiziaria. Il nostro lavoro, del Pd e del governo a guida Pd, ha portato il demanio a togliere l’ex carcere dall’elenco dei beni da alienare. Ora si rischia che un progetto così importante venga destinato all’archivio delle cose che non si realizzano”. E Fontivegge? “Cultura e sociale sono elementi fondamentali per la sicurezza, per questo Gentiloni firmò il finanziamento straordinario su Perugia Fontivegge e su Terni, progetti che rischiavano di non poter essere realizzati con il tentativo del governo di cancellare gli investimenti ma della cui realizzazione non abbiamo ancora notizie”. E sul presidio di Polizia alla stazione Bocci non usa mezzi termini: “Si faccia la cortesia di non ingannare l’onestà dei cittadini di Perugia”. Infine l’appello: “Sappiamo che questo governo non farà niente di più, ma che almeno si realizzi quello che era stato programmato”.

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Redazione