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Al via il progetto “Io sicuro che me la C.A.A...vo”

Arti visive
Umbertide 12/02/2015 - 21:20

E' entrato nel vivo il progetto “Io sicuro che me la C.A.A...vo” promosso dal Servizio integrato per l'età evolutiva, con il patrocinio della Usl Umbria 1, la collaborazione del Comune di Umbertide e della Cooperativa Asad e il contributo di Confesercenti, Confcommercio e Lions Club Umbertide, che mira a rendere sempre più autonomi ed indipendenti i ragazzi che presentano disabilità verbali a causa di disturbi cognitivi e dello spettro autistico.

Il progetto coinvolge gli operatori commerciali del centro storico di Umbertide che hanno partecipato ad un apposito corso di formazione sulla C.A.A., la comunicazione aumentativa alternativa che viene utilizzata per dialogare con persone con disabilità verbale. Nei giorni scorsi ad ogni commerciante è stato consegnato un quaderno contenete i simboli C.A.A. che il cliente utilizzerà per avanzare le proprie richieste e una serie di stringhe di frasi per poter rispondere in modo appropriato. Al progetto parteciperanno gli utenti del centro riabilitativo Eta Beta e alle loro famiglie sono stati già consegnati dei quaderni con l'elenco delle 16 attività che hanno aderito all'iniziativa e che sono riconoscibili perché all'esterno del locale è affissa una vetrofania con il simbolo della C.A.A.: Alimentari Massimo, Manu B, Pagelli, Radicchi Corner, Simonetta, Cappelleria e non solo, Caffè Centrale, Bar Mary, Farmacia Comunale, L'Idea, Pizzeria L'Ancora, Sanitaria Grilli, Pucci, Rondini, Tabaccheria Baldi, Busatti. Le attività riguardano vari settori, dall'alimentare all'abbigliamento, passando per le calzature, la sanitaria e la farmacia, e quindi i ragazzi, che prima verranno accompagnati dagli operatori del centro Eta Beta poi dai genitori con l'obiettivo di renderli sempre più indipendenti, potranno scegliere dove fare i propri acquisti in base ai propri gusti ed esigenze. La finalità di questo progetto, che parte in via sperimentale da Umbertide, è infatti proprio quella di permettere ai ragazzi con disabilità verbale di uscire dagli ambulatori di terapia per entrare negli ambulatori della vita, sperimentando così le abilità acquisite anche al di fuori del centro.